A lei...


 Fabio era un ripetente aveva due anni più di me, ma non lo dimostrava, era piccolo di statura, occhi curiosi e capelli scuri che portava allungati e disordinati.

Abitava a poca distanza da casa mia, in un paese di poco più di duemila abitanti della provincia di Milano...
Lo incontrai la prima volta il primo giorno di prima superiore, ero arrivata in ritardo e rimanevano solo due posti liberi, uno in prima fila accanto a una ragazza che aveva l'aria di una secchiona antipatica ed uno in fondo alla "classe... non mi piaceva sedermi davanti e così scelsi il posto in fondo.
Fabio era lì seduto accanto al posto vuoto, e non appena feci per sedermi mi disse "se ti siedi qui potresti pentirtene" Perché? Risposi io...
"Qui mi prendono tutti di mira, lo faranno anche con te "rispose... Vedremo, risposi io, e presi posto... Non fu difficile legare con lui, era allegro e parlava di tante cose, ed era vero, veniva sistematicamente preso di mira per la sua abitudine di indossare talvolta qualcosa di femminile, lui se ne fregava e più lo insultavano tanto più accentuava la sua stravaganza .
In poco tempo nacque la nostra amicizia.
Spesso facevamo i compiti a casa sua e un giorno si fece trovare con addosso i vestiti di sua sorella, io rimasi sorpresa e lui mi raccontò che lo faceva spesso e che gli piaceva, e poi aggiunse " secondo me piacerebbe anche a te..." Aveva ragione lo facevo anch'io, e lui lo aveva intuito senza che io lo dicessi...
Così cominciammo a giocare a travestirci nei pomeriggi a casa sua e poco dopo mi disse che voleva chiamarsi Nadia e che dovevo scegliemi un nome, io fino a quel momento non ci avevo mai pensato e così scelsi Stefania., semplicemente il mio nome al femminile.
Per me ormai era una sorella e un'amica vera, eravamo inseparabili ed anche se, come aveva previsto, pure io venivo insultata, non mi importava...
Fu lei che organizzò la mia prima uscita en femme, ottenuto il permesso di dormire a casa sua un sabato sera e raccontato che saremmo andate al cinema ci siamo vestite ed impiastrate la faccia con un rossetto appena fuori casa... prendemmo il treno ed andammo a Milano a mangiarci un gelato...
Lei era tranquilla, lo aveva già fatto ma per me fu talmente elettrizzante che quella notte non riuscii a chiudere occhio...
Quell'anno rimediò la terza bocciatura e lasciò la scuola per cercarsi un lavoro.
Lo trovò come garzone di bottega nel supermercato del paese mentre io continuavo la scuola, tuttavia questo non ci divise la nosta complicità continuava.
Fantasticavamo spesso sul futuro, sognavano di andare in un posto dove sarebbe stato possibile vivere senza nascondersi...
Una sera avevamo programmato di andare a vedere un film in un cinema, ovviamente vestite da donna, e ci eravamo date appuntamento al solito posto dove potevamo cambiarci... ma non venne.
Andai a casa sua ma non c'era nessuno......
Tornai a casa mi feci la notte insonne...
Allora niente cellulari, SMS o Whatsapp...Il giorno dopo ancora non ero riuscita a sapere nulla, finché non incontrai la madre, mi raccontò che era in ospedale a causa di un incidente stradale che aveva avuto con il motorino...
che era molto grave...e aggiunse di non andare a trovarlo perché non mi avrebbero fatto entrare... Ma io la volevo vedere...
Così andai all'ospedale il giorno dopo...
Trovai il padre e le sorelle in corridoio che piangevano... Nadia se n'era andata ed io ero rimasta sola...fu un trauma incredibile avevo perso una sorella la mia migliore amica e non potevo raccontare a nessuno ciò che provavo.
Lei era Nadia e lo sapevo solo io...

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